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L'anima tu Romeo pag... 1 2 3

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L'anima tu Romeo - pag. 3

Vai a ⇐ Pag. 2    Storie che incutevano terrore, fantasmi, morti che resuscitavano, anime in pena che vagavano nella notte tirando ceffoni a chi si girava a guardare all’indietro.
Faceva fresco, tirava una bella brezza marina ma i peli delle braccia, quei pochini che c’erano sulle mie braccia di ragazzo, erano tutti dritti per la paura.
Quella sera usci fuori anche la storia di Romeo, era la Zia a raccontare.
Precisamente l’anima tu Romeo era l’anima in pena di un uomo morto in circostanze misteriose, non si sa per certo come e dove, si dice...
Vagava sconsolata con questo sacco enorme sulle spalle, alla ricerca di bambini e non disdegnava neanche gli adulti che capitavano a tiro, così dicono...
Cosa ci facesse poi! Mah! Quanto sarà stato grande questo sacco pensavo.
Non ero più un bambino ma, in quell’atmosfera, incominciai ad aver paura e cercai l’unica figura che in quel momento mi rassicurava, la nonna. Uhm... Non c’era! Strano! La sedia vuota, dove sarà andata?
La nonna non ha paura di niente pensai, neanche adesso, certo! Neanche a muoversi sola in questo buio.
Nel nero della notte, sul bordo esterno del cono di luce, in quella zona dove si intravede ma non si distingue nulla, un rumore ad attirare la nostra attenzione, e… un attimo dopo… comparve questa cosa mostruosa.
Fu un attimo, un lampo. Si vide e fuggì via, come se, accortasi di noi, non volle farsi notare e vedere.
Per l’atmosfera creatasi e la suggestione tutti scapparono urlando, come quando esplode una bomba, schegge impazzite per il terrore.
Io fui scaraventato a terra, non feci in tempo ad alzarmi dalla sedia e fuggire, venni ribaltato seduto sulla sedia stessa.
Avevamo tutti visto distintamente una cosa mostruosa, alta due metri, ma che dico due… di più… altissima, una testa bianca, tonda, spaventosa, con due orecchie a punta.
Addosso… sii avvolta… avvolta in quello che sembrava una coperta! Una coperta? D’estate al mare?


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A terra, intontito dalla caduta, pensavo al motivo floreale della coperta, già vista… sii ma dove? L’inverno scorso… sul letto della nonna.
Ma quella, a ripensarci bene, non era una testa tonda, cilindrica! Era una busta… con un secchio dentro, indossato come un cappello!
Mentre mi rialzavo scrollandomi la polvere, incominciai a ridere come un matto.
In un lampo fu tutto chiaro, come la luce del giorno, il buio non faceva più paura.
Grande NONNA, mitica ancora una volta, aveva fatto morire di paura tutto il vicinato che da quella sera in poi, fregandosene delle fastidiosissime zanzare, incomincio a lasciare accese le luci esterne.
Quello che per anni mi aveva fatto morire di paura, apparendo dietro al muro di recinzione, era la nonna o a turno la zia, che sul bastone di una ramazza poneva un secchio infilato in una busta di plastica rivoltata.
Al segnale l’agitava in alto, un attimo, giusto il tempo per farlo intravedere e poi rientrava dalla porta principale.
Un po’ di minuti dopo la terrificante apparizione, indovinate chi ricomparve dal buio nero dell'aperta campagna? La nonna! Asseriva di aver incontrato niente popò di meno che: l’anima tu Romeo.
Sii si! E come no! Ma non si è mai saputo, lì, dietro le case, nel vigneto, cosa ci facesse Lei.
La nonna, a suo dire, aveva assalito e spaventato quell’anima a tal punto da metterla in fuga, tanto che non si ripresentò più negli anni a venire.
“L’anima tu Romeo… tutti intru saccu meo”  


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Il fantasma della finestra. Il fantasma della finestra - Minestra primavera Minestra primavera.

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Testa














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