Le quattro frecce
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Alle 10:30 sento aprire la porta con impeto schizzofrenico e già capisco che qualcosa non va.
Giornata estiva, la temperatura era di 35°C all’ombra. Appare mia sorella, paonazza da fare invidia ai
papaveri, i capelli dritti, tipo quelli di una martire, tipo scossa elettrica tutti per uno,
tachicardia da ricovero, respiro dell’ultima ora.
Arrabbiata perché costretta a rivolgermi la parola e arrabbiata per quello che gli era accaduto.
“Che ti è successo?” ho chiesto subito, ma non preoccupato perché ormai so che non sono mai problemi
reali, sono solo situazioni nuove per lei con le quali non ha mai avuto a che fare e quando le deve
vivere le trasforma in tragedia, al contrario della Rosina della moka che trasforma le tragedie
in barzellette.
Come dicevo prima, sapevo che era arrabbiata e fuori di se e volevo riportarla alla realtà prima
che le capitasse davvero qualcosa.
Mi rispose: “Non so come ho fatto ad arrivare con la macchina ai parcheggi. Si è bloccato l‘interruttore
delle frecce. Emette solo un ticchettio fisso ma non risponde se vuoi segnalare destra o sinistra.”
E giù a descrivere scenari apocalittici.
Le chiesi: “Ma la leva è al centro? Hai tolto le chiavi dal quadro?”
Mi rispose: “Certo, non sono stupida, ora la macchina è spenta e queste sono le chiavi, ma il ticchettio
si sente ugualmente e le frecce sono accese. E se si rovina la batteria, e se si innesca un corto
circuito, e se…., e se…,” non ricordo più tutto quello che ha immaginato.
“Va bene” ho detto “calmati non ti preoccupare la portiamo immediatamente da un elettrauto e la
facciamo controllare.”
Indicando la sua faccia e i capelli mi rispose: “la portiamo? In questo stato?”
“Non in questo stato… In America.” Sdrammatizzai io.
Ribattè lei: “Non la puoi portare da solo?”
Le chiesi le chiavi e la invitai a riposarsi e rinfrescarsi un attimo, intanto sarei andato a
dare un’occhiata.
Mi recai ai parcheggi, e da lontano vedi tutte e quattro le frecce lampeggiare.
Apro la macchina e noto che era stato inserito il l'interuttore delle quattro frecce.
Rientrai e ancora preoccupata mi chiese: “allora è grave? la dobbiamo comprare nuova o si ripara?”
Con tono rassicurante le risposi “Non è niente, avevi solo inserito involontariamente le quattro frecce.”
In quell’attimo il suo cervello tolse il cartello e riaprì la bottega e ridendo rispose:
“Ah! perché alla macchina ci sono anche le quattro frecce?”
Così mia sorella a cinquantatre anni, guida da trenta ha scoperto l’uso delle quattro frecce.
Le quattro frecce
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